mercoledì 5 maggio 2010

FRAMMENTI DI WILMA 2

Mi manca quando rientro a casa e non la trovo più mezza addormentata nella sua cesta. Lei era il mio primo pensiero al rientro, e l'ultimo prima di uscire di casa.

Il suo accondiscendere a farsi accarezzare la pancia, aprendosi come una quaglia.

Le sue facce mentre giocavamo a nascondino, e il modo di drizzare le orecchie come due piccole vele al vento.

Il modo di chiamarmi per farsi aprire la finestra e guardare fuori, battendo con la zampa sulle tapparelle.

Mi manca per tutte le volte che mi si è addormentata intorno alla testa, come un turbante, e quelle – ancora di più – in cui mi ha scalzato piano piano dalla mia postazione prendendosi tutto il cuscino.

E il suo strusciarsi sulle mie gambe per farsi dare della nuova pappa, che puntualmente poi lasciava lì.



lunedì 3 maggio 2010

FRAMMENTI DI WILMA


Ieri l'ho dovuta salutare per sempre. Era sedata, quindi non mi ha nemmeno visto, chissà se ha sentito le mie carezze e la mia voce. La mia adoratissima gatta Wilma.

E voglio essere romantica per lei, riacchiappare e conservare i ricordi della vita passata insieme, che sono tanti e molto belli.

Come le sue capocciate al mattino per farmi svegliare, e le leccatine sulla faccia. La sua presenza vicino al lavandino, con la zampa pronta a infilarsi sotto il getto dell'acqua.

La sua pancia rosa e gonfia quando era cucciola, e il primo giorno in cui ha aperto gli occhi. Io c'ero. Io c'ero da quando aveva circa due giorni e credo proprio di essere stata la sua mamma.

Mi ricordo il microbiberon con cui le davo il latte e la prima volta che finalmente ha fatto la pipì da sola nella lettiera. Per non parlare del sollievo per la prima volta in cui ha fatto anche il resto da sola.

Gli agguati che da cucciola faceva di notte nel lettone, all'improvviso, e bisognava dormire col piumone sulla faccia.
Il gioco con la cannuccia. Bastava tirargliela nella vasca e lei l'andava a riprendere e riportare.

Le fusa quando ci strofinavamo la testa a vicenda. Detestava essere presa in braccio o toccata in ogni momento. Ma le piaceva farsi strofinare il muso con la faccia.

Fiera e testona. Diventava una iena quando c'era da metterla nel trasportino per portarla dal veterinario. Per fortuna in nove anni non ce n'è stato tanto bisogno. L'ultima volta, però, ieri, non ha opposto resistenza.
La mia piccola principessa pelosa... quanto mi manca.



sabato 1 maggio 2010

MI RENDO CONTO

Mi rendo conto di scrivere sempre di meno ma sempre in condizione di depressione. Sarà questa la mia vera forza espressiva?
Infatti.
È veramente un brutto periodo. La mia gatta sta male, forse ha pochi giorni di vita, forse poche settimane, o pochi mesi. Ma intanto ha disturbi, è strana, miagola e io soffro molto a vederla così. La mia gatta Wilma è praticamente mia figlia, l'ho allattata io, l'ho svezzata, cresciuta da appena nata per nove anni e mezzo, viviamo in simbiosi e speravo che avremmo passato insieme un po' più di tempo. Tutti mi dicono che mi devo abituare all'idea, così è la vita. Così è la vita, sì, lo so, ma ho una gran voglia di piangere. E infatti piango in continuazione.

Mi sono successe anche altre cose un po' dolorose, in questo periodo, che non sto qui a spiegare, perché non si può sempre raccontare tutto. Comunque, l'unica cosa che mi è chiara, è che alla veneranda età di 46 anni ancora non ho imparato a comunicare quello che sento o che voglio, e faccio un sacco di pasticci.
Il periodo dei post 40 è più difficile di quello che pensassi. Anche sorprendente, ma difficile.

Ne avrò di cose da meditare nella terza età. Se c'arrivo.