sabato 31 maggio 2008

UNA TARDONA IN MISSIONE: SOS ZIA


Ieri sera ho fatto la zia. Ogni tanto mi tocca, ce la metto tutta. Intendiamoci, non è facile.
Mio fratello e mia cognata sono usciti e siamo rimasti io, A. (maschio, tre anni e mezzo, strilla come un'aquila) e V. (femmina, due anni, non capisco ancora cosa dice). Due contro una, non è da tutti.
Ho dovuto affrontare le seguenti prove:
- Tartaruga ninja contro spiderman (io ero tartaruga ninja). Durata della prova: dieci minuti. Non ha vinto nessuno. PROVA RIUSCITA.
- Tentativo di riportare allo stadio di automobile un mostro transformer. Durata della prova: venti minuti. PROVA FALLITA...
- Ballo e canto. Il pezzo scelto era "Ci vuole un fiore" di Sergio Endrigo, da eseguire a squarciagola e in continuo movimento. Durata della prova: venti minuti. PROVA RIUSCITA.
- Esposizione della collezione di animali di plastica. Durata della prova: quindici minuti. Io li ho indovinati tutti. PROVA RIUSCITA.
- Esercizio psicomotorio, consistente nel girare vorticosamente per il soggiorno fino al comando di stop. Durata della prova: quindici minuti. PROVA RIUSCITA.
- Lo schiaffo del soldato in versione prima infanzia. Io gonfiavo le guance e le due pesti me le schiacciavano con le mani, gratificati dall'emissione di pernacchio. Durata della prova: trenta minuti. PROVA RIUSCITA.
E poi per fortuna esistono i Teletubbies e i cartoni della Walt Disney... Sono fiera di me, mi sento un'eroe, ma stamattina sono ancora un po' stordita.

Mancano 6 giorni e 7 ore all'appuntamento con la dentista.

giovedì 29 maggio 2008

LE COSE CHE HO CAPITO OGGI


- Che Branko deve avere un legame particolare con l'ambiente della brughiera. L'ha citata anche oggi nel suo oroscopo. Ed è la seconda volta in una settimana.
- Che Kledi è un ballerino ed è albanese. E quelli che l'hanno aggredito non credo siano semplicemente "nemici" di Maria De Filippi.
- Che papa Benedetto XVI è dichiaratamente di centrodestra. Oops, ma questo lo sapevo già...
- Che, vivendo a Roma, rischio da un giorno all'altro di parcheggiare in via Giorgio Almirante. Meno male che non ho una macchina rossa...
- Che gli esaltati, i malati di mente e i nostalgici dello squadrismo in certi periodi storici escono più orgogliosamente allo scoperto. Mmhh, sento aria di G8 di Genova...

Mancano 8 giorni e 4 minuti all'appuntamento con la dentista.

mercoledì 28 maggio 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA - 2


A chi ti ama, regala la chiave del tuo cuore, dice il saggio; magari fatti fare prima un duplicato.

martedì 27 maggio 2008

I BEI PROVERBI DI UNA VOLTA: "Chi va piano va sano e va lontano"


Presto, doveva sbrigarsi, l’aereo partiva prima delle sette. Lei lo stava aspettando a casa e quella era l’unica possibilità di tornare insieme. Lui non voleva assolutamente perderla.
Pioveva, e c’era già molto traffico. Riuscì faticosamente ad uscire dalla città e dagli ingorghi, ma intanto si stava facendo tardi. Appena l’autostrada sembrò più libera, fu tentato di spingere fino in fondo l’acceleratore, ma tentennò: chi va piano va sano e va lontano, gli diceva sempre lei. Si tenne entro i limiti di velocità. Finalmente arrivò in aeroporto e cercò disperatamente un parcheggio. Lasciò l’auto, camminò il più velocemente possibile verso il gate. Troppo tardi: imbarco chiuso. Dannazione, pensò. Andò a riprendere la sua macchina e si mise nuovamente in strada. Anche senza aereo sarebbe arrivato da lei in tempo, cascasse il mondo. Si era fatta ora di pranzo e intanto pioveva sempre più forte, il parabrezza era appannato. Abbassò il finestrino e fu investito da una secchiata d’acqua gelida. Cercò di chiuderlo, ma niente, finestrino bloccato. A quel punto fu davvero tentato di accelerare al massimo per tirarsi fuori da quella situazione così sgradevole... ma no, chi va piano va sano e va lontano, niente colpi di testa. Da lei ci voleva arrivare tutto intero. Tra schizzi d’acqua e folate di vento gelido riuscì a raggiungere la stazione ferroviaria. Corse a fare il biglietto, arrivò al binario... ma niente, il treno era appena partito. Dannazione, sbuffò. Ma non si dava ancora per vinto. Sarebbe andato fino da lei in macchina, cascasse il mondo. Comprò un rotolo di scotch e attaccò una busta di plastica al finestrino per proteggersi dall’acqua. Imboccò l’autostrada, ormai cominciava anche a fare buio. Dopo alcune ore era ancora distante dalla meta. Chi va piano va sano, pensò. Si sentiva ottimista: magari non si va lontano in poco tempo, ma sano. Dietro di lui un tir rosso e prepotente da un po’ strombazzava e lampeggiava con i fari. Voleva sorpassarlo a tutti i costi. Ma lui sorrise e urlò al conducente del camion: “Chi va piano va sano e va...”.
“E vaffanculo!” gli gridò quell’altro. Fu un attimo. Una frenata, un botto. La macchina rotolò verso il guard rail. Lei smise di aspettarlo.

Mancano 9 giorni, 20 ore e 16 minuti all'appuntamento con la dentista.

domenica 25 maggio 2008

FRITTO E TEATRO


Ieri è stata una giornata molto intensa. Primo grosso impegno: corso di cucina vegetariana. Se mettessero i voti, avrei un "non classificata”. Ho difficoltà anche col semplice lavaggio del gambo di sedano, e più che un'aspirante chef sembro una studentessa di medicina di fronte alla sua prima autopsia. Ci sono volute alcune ore per ottenere una sostanza molliccia chiamata seitan, trasformata per magia - da altri, non da me - in spezzatino, scaloppine e fettine panate. La grande cucina professionale alla fine della lezione era un catalogo di odori di tutti i tipi, ma tra tutti spiccava senza
ombra di dubbio quello del fritto. Quello, per la precisione, che ti rimane attaccato ai vestiti e ai capelli. Per fortuna mi ero portata dietro maglia e jeans puliti. E dopo il corso, via, per una nuova avventura. Mi cambio e vado a teatro. Purtroppo i capelli puzzano ancora di fritto, e mi riprometto di non avvicinarmi troppo a eventuali amici per i saluti o, al limite, escogito di esordire subito con la storia del corso di cucina per giustificarmi a priori. Entro in platea, mi siedo più o meno al centro, buio. Inizia lo spettacolo. È una metafora moderna della società di oggi, la parabola dell'uomo-maiale espressa in scena in forma di teatro danza da un attore ballerino che si muove, si contorce, si denuda, si riveste... e a un certo punto comincia a interagire col pubblico. Scende giù dal palco e si avvicina agli spettatori in prima fila. Meno male che non mi sono messa davanti, penso io, sono proprio una vecchia volpe. Ma penso male, perché l'attore danzatore è anche acrobata, salta sulle poltrone, scavalca teste e braccioli e arriva esattamente in braccio a me. Rimane qualche secondo posizionato sulle mie ginocchia, mi prende la faccia e... mi bacia sulla testa. Col suo naso sui miei capelli che puzzano di fritto...

Mancano 11 giorni, 4 ore e 30 minuti all'appuntamento con la dentista.

P.S. Lo spettacolo, molto interessante, s'intitola Oscar Dolls e fa parte di una bellissima rassegna di teatro indipendente, Teatri di vetro.

venerdì 23 maggio 2008

COUNTDOWN


Oggi sono stata molto coraggiosa.
Stavo andando dall'osteopata, e ci siamo incrociate davanti al portone del poliambulatorio. Buongiorno, buongiorno, chi si vede... e dopo i saluti mi è partita la solita frase: è da tanto tempo che devo prendere un appuntamento con lei.
E lei ha capito. Ha sorriso. Mi conosce bene. È la quinta volta in sei mesi che la incontro casualmente e che le dico la stessa cosa.
Ma questa volta, lei ha tirato fuori dalla borsa l'agendina degli appuntamenti e seduta stante abbiamo concordato giorno e orario.
È fatta, ormai ci sono dentro, non posso tirarmi indietro. Devo essere forte, che diamine. Tutto sommato sono contenta, se fosse dipeso solo da me forse non ci sarei mai riuscita. E così, adesso ho un appuntamento con la mia dentista. Coraggio, ce la posso fare. Comincia il conto alla rovescia: mancano 13 giorni e 22 ore.

giovedì 22 maggio 2008

PILLOLE DI SAGGEZZA - 1


Ogni giorno è un nuovo giorno, dice il saggio. Quindi è meglio che torni a dormire.

SCONTRO DI CIVILTÀ SU UN ALBERO DELL'APPIA PIGNATELLI

Capita ormai spesso che la lettura mattutina del giornale mi lasci indifferente. Mi tolgono l'ici, e chissà perché non riesco a entusiasmarmi. Mi riportano il mutuo al tasso di due anni fa, e non mi fa né caldo né freddo. Mi dicono che c'è una svolta sui rifiuti, e non batto ciglio. Mi informano che la salma di Padre Pio forse è stata violata prima della riesumazione ufficiale, e stranamente non mi viene da fare dell'ovvia ironia sulla mercificazione dei santi, neanche tra me e me. Ma oggi una notizia mi ha colpito davvero. Era annunciata da un trafiletto in prima pagina di uno di quei quotidiani gratuiti che ti lanciano dentro la macchina mentre sei fermo al semaforo, se non ti sbrighi a tirare su il finestrino. La notizia eclatante è questa: un pappagallino è volato via da una finestra e si è perso per la città di Tokio. Soccorso da un passante e portato in una clinica veterinaria, ha cominciato a ripetere ossessivamente il nome del suo proprietario e l'indirizzo dell'abitazione. E così la polizia l'ha scortato fino a casa sano e salvo. Allora mi è venuto in mente il pappagallino verde che ho visto svolazzare tra i rami di un albero alcuni giorni fa, mentre ero in coda sull'Appia Pignatelli. Dato che la specie del pappagallo non figura tra quelle caratteristiche di Roma e dintorni, ho pensato subito a un ignaro fuggitivo, abituato alla cattività di una gabbietta più o meno confortevole, ora alle prese con chissà quali difficoltà. E ho immaginato - lo so, è inverosimile - che un passante si preoccupasse di portarlo dal veterinario per verificare le sue condizioni di salute. Ed è soprattutto a questo punto che scatta, secondo me, la differenza fondamentale tra il pappagallo giapponese e quello italiano. Il previdente proprietario di Tokio si era preoccupato di insegnare al suo il nome e l'indirizzo di casa... quale potrebbe essere invece il bagaglio linguistico del pappagallino che ho visto io? Tiro a indovinare: frocio, forza Roma, Lazio merda. Sicuramente fa simpatia... ma la strada di casa, questo, non la ritrova più.

martedì 20 maggio 2008

LE PREVISIONI DI OGGI


Paolo Fox dice che oggi mi sento un po' stranita, e che questa situazione caratterizzerà tutta la fine di maggio e l'inizio di giugno. Mi mostro anche piuttosto intollerante con il partner, e come se non bastasse aleggia dentro di me una sensazione d'insoddisfazione.
Per Branko novità in famiglia. Nascono liete novità per le giovani coppie (non è il nostro caso) e l'amore splende come una ginestra nella brughiera (testuali parole).
Linda Wolf è, come al solito, sintetica e perentoria: riposate di più.
Per fortuna Ivana Raffa si addentra maggiormente nei dettagli: grazie al plenilunio in scorpione oggi grande energia e forza di volontà per perseguire i miei scopi. E anche lei mi sprona: non sognare, agisci. Devo far vedere chi sono e quanto valgo. Sì, Ivana (o preferisci che ti chiami affettuosamente Raffa?), seguirò sicuramente il tuo prezioso consiglio.

E io, alla fine di una giornata uggiosa, in linea con questi oroscopi contraddittori e sbarazzini, sono stranita e intollerante, ma anche splendente come una ginestra nella brughiera, stanca e mollacciona, ma anche energica e sognatrice. Sono un po' carne ma anche un po' pesce, un po' cerchio ma anche un po' botte. Sono un po' Rita Levi Montalcini ma anche Maga Maghella. Sono un po' Rosy Bindi ma anche... no, Michela Brambilla proprio non ce la faccio.

E le previsioni per domani? Pioggia e temporale. E io sono meteoropatica senza se e senza ma. E beh, che cavolo, qualche certezza nella vita ci vuole...

domenica 18 maggio 2008

CRONOMACHIA

Ebbene sì, faccio parte di quel 90% di donne convinte che “La cura” di Battiato sia stata scritta espressamente per loro. Il testo parla chiaro: Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, ma soprattutto dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Per mia natura attiro fallimenti, e non mancano certo dolori, sbalzi d’umore e ossessioni delle mie manie. Franco, forse ci siamo conosciuti in un’altra vita? Non mi pare che ci abbiano mai presentati, eppure mi dipingi nei minimi particolari, cogli le sfumature delle mie recondite nevrosi, massaggi la mia psiche ferita. Magari siamo entrati in contatto telepaticamente in forma onirica, non so… Quello che mi commuove di più è il tuo dichiarato intento di superare le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farmi invecchiare. Già, Franco, mi conosci così bene da sapere che se c’è una cosa che veramente trovo insopportabile, che proprio non riesco a mandare giù, è invecchiare. Inevitabile, okay. Ma insopportabile. Quando ho compiuto diciott’anni mi sono messa a piangere senza motivo (anche se adesso mi do delle spiegazioni). Al trentesimo compleanno ho cominciato a pensare che la decadenza del corpo sarebbe ormai stata inarrestabile, addio giovinezza e file di uomini davanti il portone (immagine del tutto virtuale). Superati i quaranta, mi trovo in uno stato di lotta continua contro i segni fisici, fisiologici e mentali dell’invecchiamento, una cronomachia disperata e disordinata. Se tu conosci davvero questa formula, please, sbrigati a metterla in pratica, perché la mia estetista fa quello che può, e anche l’osteopata, il kinesiologo, l’omeopata, la ginecologa, nonché l’istruttrice di yoga; ma per gli interventi risolutivi siamo lontani e il tempo passa senza chiedere il permesso. Ti prego di non vagare troppo per i campi del Tennesse invece di concentrarti sui miei problemi. Ti salverò da ogni malinconia perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te. Oh, Franco, io ci conto... In questo momento sono confusa e infelice, e scusami se cito anche Carmen.