domenica 31 agosto 2008

THE DAY BEFORE

Mi sono svegliata scontrosa. In poche ore ho perso un terzo dell'abbronzatura. Le mie ferie sono finite ed è attualmente in corso una lotta interiore tra la ragione e l'istinto. L'istinto è molto confuso e la ragione cerca di farsene una ragione. E progetta espedienti di tutti i tipi per prepararmi all'impatto di domani con l'ufficio.

Alcune idee:
- Immersione in vasca da bagno per almeno un'ora, al lume di candela, con l'acqua all'orlo e quintali di erbe calmanti.
- Massaggio rilassante con olio aromatico.
- Recita del mantra, sgombrando la mente dai pensieri parassiti, per almeno venti minuti.
- Esame degli oroscopi del mese in cerca di quello più positivo.
- Individuazione sul calendario delle prossime festività.

Ma non so se basterà.

sabato 30 agosto 2008

SCAMPOLI DI FINE AGOSTO

Le macchie solari sul viso che ancora non accennano a sparire.

Il conto alla rovescia per il ritorno in ufficio. Meno uno.

Gli avanzi di due torte allo yogurt.

Teli da bagno e costumi sparsi disordinatamente per casa.

La fila al supermercato con tutti quelli che sono tornati dalle vacanze. Bastardi.

La macchina che entra in coma con due precisi segnali: l'aria condizionata diventa bollente e il motore comincia ad arrancare. Si ferma all'improvviso sul raccordo anulare all'altezza dell'autostrada per Fiumicino. E torna a casa solo dopo essere stata caricata da un carro attrezzi del soccorso stradale.

YOGURT E AFFINITÀ ELETTIVE

Le amiche si scelgono, e di solito non si sbaglia: qualche affinità c'è sempre.
Per esempio, la maggior parte delle mie amiche non sa preparare una torta fatta in casa, esattamente come me. Quando una di noi dice: «La torta la faccio io», si sottintende l'uso di preparati già confezionati, a cui si aggiunge qualche ingrediente, si mette in forno, e via.
Stasera a cena è venuta Cristina. Io il dolce l'avevo già preparato, ma anche lei si è presentata col suo. Vabè, ne asseggeremo due. Sorpresa: sia lei, sia io, abbiamo preparato la stessa identica torta allo yogurt della cameo. Solo che io non ho frullato bene la polvere con lo yogurt, e la sua risultava quindi più alta di cinque centimetri. In compenso io ho fatto un figurone mettendoci sopra i mirtilli come decorazione finale.

giovedì 28 agosto 2008

IL PROGRAMMA PER LA STAGIONE 2008-2009

Sopravvivere al luogo di lavoro.
Sopravvivere a me stessa.
Segnarmi in palestra. E andarci.

mercoledì 27 agosto 2008

MACCARESE COME DIANI BEACH

Oggi, stesa su un lettino in riva al mare di Maccarese, mi sembrava quasi di stare ancora in Kenya, a Diani Beach. Non certo per il paesaggio. Per i beach boys, i venditori di spiaggia. Un numero impressionante. A raffica.

E mentre gestivo il traffico commerciale, mia cugina mi faceva il cazziatone perché nel prendere il sole mi sono riempita di macchie sul viso, sbagliando evidentemente il tipo di crema protettiva. Le parole esatte: «Sembri un quadro impressionista». Poi mi ha aggiornata sulle leggende di famiglia. Poi ci siamo bagnate i piedi nell'acqua. Poi siamo ritornate sul lettino a prendere il sole. E tra un venditore e l'altro, siamo riuscite a non comprare niente. Gli articoli più frequenti: ombrelli (alcuni dei quali in stile novecento, a pois e col voilant), calzini e calzettoni, panta pareo, anelli, bracciali, teli da bagno, massaggi.

La vera notizia è che sia all'andata che al ritorno non ci siamo perse.

sabato 23 agosto 2008

ANCORA FLASHBACK DEL KENYA

Il campo tendato alle falde del Kilimangiaro con la zip difettosa. Per fortuna non è entrato nessun tipo di animale tranne le zanzare. Almeno credo.

I bambini del villaggio masai che giocano allegramente con le palle di cacca di mucca e cercano di imitare i grandi nelle danze.
E l'interno delle loro capanne, piccolissimo, buio, affumicato dal fuoco. Ho saputo di coraggiosissime donne occidentali che hanno sposato un masai e sono andate a vivere lì. Io come minimo mi prendevo la candida al secondo giorno. La malaria al terzo, e così via.

Quel furbetto dei beach boys che m'ha venduto due cianfrusaglie per 32 euro, una cifra astronomica rispetto al valore della merce.

I kenioti che salutano sempre sorridendo dicendo "jambo" o "jambo jambo" (forse il doppio jambo è la risposta?)

I gatti e i babbuini del Diani Sea Lodge. I primi socievoli e coccoloni, i secondi simpaticamente irriverenti.

Priscilla, la massaggiatrice. Cinque euro un massaggio di 45 minuti. Una pacchia.

Il tizio al controllo dell'aeroporto di Mombasa che non voleva farmi passare la bustina di plastica con i liquidi. Ho puntato i piedi e l'ho apostrofato col mio inglese orribile. S'è messo paura: mai discutere con un'italiana che difende i suoi cosmetici.


mercoledì 20 agosto 2008

KENYA. APPUNTI DI VIAGGIO



BILANCIO DI UN SAFARI. Al parco naturale Tsavo West sono riuscita a vedere più o meno da vicino: elefanti, zebre, gazzelle, ippopotami, coccodrilli, impala, scimmie, giraffe, dik-dik, facoceri, kudù, cobo, bisonti, iene, sciacalli, avvoltoi, aquile, gufi, volpi, bushbaby, zanzare. Paesaggi della savana davvero mozzafiato. Purtroppo niente leoni e ghepardi, ma dopo aver saputo che può capitare che vengano uccisi dei capretti appositamente per attirare i felini per il diletto dei turisti, sono contenta così. Ho dormito in un campo tendato e cenato davanti a un laghetto dove c'erano costantemente gli occhietti degli ippopotami a guardarti a pelo d'acqua.

MOMENTI SELVATICI. Ho dovuto fare pipì per ben due volte all'aperto, nella savana, tra i cespugli, segnando abbondantemente il territorio.

VILLAGGIO MASAI. Popolo colorato e pieno di soprese. Le loro case sono fatte con la cacca di mucca (e le costruiscono solo le donne), e io ci sono anche entrata dentro. Sono famose le loro danze, durante le quali si mettono a saltare in alto come grilli. La musica la fanno loro con la voce e non usano percussioni.

IL SOGGIORNO SULLA COSTA. Tanti giorni al mare a Diani Beach a fare niente sono difficili da far passare, anche se sei all'equatore e davanti all'oceano indiano. Sono riuscita a schivare qualsiasi tipo di attività di animazione (bocce, freccette, beach volley, acqua gym). In compenso, abbandonata sul lettino e all'ombra delle palme, ho letto tre libri: "Il Budda delle periferie” di Kureishi, "Il Vangelo secondo la scienza" di Odifreddi (non esattamente un libro da spiaggia...), "Un uomo senza patria" di Vonnegut. Mi sono piaciuti tutti parecchio. Sull'aereo, al ritorno, ho letto "Lo sapevo, non dovevo ammalarmi" di Roberto Levi.

CIBO. Come vegetariana non ho avuto problemi. Tanta verdura di buona qualità, e frutta fresca. Mai avuto disturbi, neanche una vendetta di Montezuma di passaggio. Bisogna dire che ho sempre mangiato presso strutture molto rigorose, orientate prevalentemente al turismo nordeuropeo, in particolare tedesco.

IN KENYA NON SEI MAI SOLO. C'è sempre qualcuno che ti avvicina per venderti qualcosa. In spiaggia, in particolare, l'assalto è di gruppo, sistematico, massiccio. Li chiamano beach boys, non sono bagnini, ma i "vu cumprà" locali. Ti braccano, molti conoscono anche la tua lingua, ti chiedono come ti chiami e poi ti chiamano in continuazione finché non prendi qualcosa per sfinimento. Se decidi di fare una passeggiata lungo la riva, sono capaci di seguirti, chiacchierando, fino in Tanzania.

I BABBUINI SONO MOLTO DISPETTOSI. Se malauguratamente ti beccano con qualcosa da mangiare tra le mani, lascia ogni speranza, te la scipperanno. Si aggirano tra i lettini mentre prendi il sole e si nascondono dietro le palme e poi zac! Simpatici e curiosi... però anche pericolosi, se spaventati o agitati possono mordere, e allora sono guai.

I KENIOTI SONO MOLTO FRIENDLY. Il loro motto è "akuna matata", "non c'è problema" (spero che la frase sia precedente al "Re Leone" della Disney, e non viceversa). Dicono spesso anche "pole pole", cioè "piano piano", un po' come gli italiani.

PICCOLO DIZIONARIO SWAHILI.
Salve: Jambo (o Salama)
Benvenuto: Karibu
Grazie (mille): Asante (sana)
Prego: Karibu.
Comunque parlano anche inglese.

lunedì 4 agosto 2008

IO PARTO, CIAO


Le valigie sembrano riempite coi sassi, lo zaino è gonfio come un pallone e il mio beauty-case ha già fatto richiesta di dimissioni. Richiesta respinta. Ho messo tutti i liquidi e le creme in un sacchetto trasparente per il controllo in aeroporto. Anche quello ha un peso specifico notevole, spero non mi piantino storie. Credo di aver preso tutto, ma sicuramente non sarà così, e me ne accorgerò solo quando sarà troppo tardi. Addio, condominio di anziani arzilli, addio vicino d'appartamento che stai facendo i lavori di ristrutturazione. Voi non mi mancherete. Però tu, piccola Wilma, tesoro della casa, essere felinamente peloso, tu mi mancherai. Mi mancheranno i tuoi smiagolazzi la mattina presto, le leccatine sulle faccia e sulle gambe, e le tue capocciate per farmi alzare. Le tue fusa e i tuoi agguati dietro le porte e sotto il letto. Le tue strusciatine sulle caviglie per ringraziarmi delle pappe. Oddio, non guardarmi così e non accoccolarti sulle valigie, non ti posso portare in Kenya, lo capisci da sola, no? Resterai con la nonna, vedrai che quando torno ti trovo pure ingrassata. Chiamerò tutti i giorni per sapere come stai, anche se questo rappresenterà un salasso per la mia carta di credito. E non lanciarmi la pallina con la zampetta quando sto per uscire dalla porta, dai, mi fai sentire in colpa...

domenica 3 agosto 2008

SHOPPING IN TANDEM

Stamattina, missione compiuta: shopping con mia cugina al centro commerciale che sappiamo noi.
Ho rilevato scientificamente le seguenti differenze tra i nostri approcci all'acquisto:
LEI: adotta un percorso sistematico dei negozi in senso orario, percorrendo prima un'ala, poi un'altra, e solo in seguito passando ai piani superiori.
IO: salto da un negozio all'altro, senza un ordine apparente, dove mi porta il cuore, e a passo svelto.
LEI: analizza con cura certosina i capi in esposizione, uno per uno.
IO: do un'occhiata all'insieme e solo se qualcosa mi colpisce mi avvicino per vedere meglio.
LEI: prende un capo per volta e ne fa puntualmente la prova camerino.
IO: mi agguanto almeno tre capi (il massimo consentito) e me li provo velocemente, se mi va.

In ogni caso, la nostra escursione ha prodotto i seguenti, magri risultati:
LEI: cinque maglie a manica lunga dello stesso modello ma in cinque doversi colori.
IO: sei paia di mutandine in puro cotone con i loghi dei più famosi cartoons (da Betty Boop a Trilly). Ah, anche un bel camicione grigio militare in lino. Un saldo fichissimo a dieci euro. Minuziosamente scovato... da mia cugina.


venerdì 1 agosto 2008

PER NON PARLARE DEI FATTORI AMBIENTALI

Sempre in tema di pericoli in Kenya, traggo ancora dalla Planet: colpo di calore e collasso da calore, morsi di serpente, morsi e punture di insetti.
Invece, al capitolo "pericoli e contrattempi": banditismo, criminalità, terrorismo, truffe e imbrogli. Va beh, questo non mi preoccupa, sarà più o meno come da noi...



TERRORISMO SANITARIO SULLA MIA VACANZA

Ma perché, io dico, non si può partire in pace e senza pensieri, godersi un bel viaggio, una vacanza, così, allegramente, alla giornata? No. Devo leggermi prima la guida per sapere tutto.
Peggio per me. Apro la Planet del Kenya alla voce "salute".
Riporto l'elenco delle possibile malattie, premettendo che, non essendo obbligatorio, non ho fatto alcuna vaccinazione per l'occasione: diarrea del viaggiatore (la dà quasi come certa, non solo una probabilità), dissenteria amebica, giardiasi, colera, difterite, epatite virale A, epatite virale B, febbre della rift valley, febbre gialla, febbre tifoide, filariosi, malaria, meningite meningococcica, oncocercosi, poliomelite, rabbia, schistosomiasi, tripanosomiasi (portata dalla famosa mosca tze tze), tubercolosi.
In pratica, per vedere due giraffe, qualche zebra e un leone, rischio la vita...
Ho in mente di compilare il testamento, e ho solo il week-end per pensarci!