martedì 27 maggio 2008

I BEI PROVERBI DI UNA VOLTA: "Chi va piano va sano e va lontano"


Presto, doveva sbrigarsi, l’aereo partiva prima delle sette. Lei lo stava aspettando a casa e quella era l’unica possibilità di tornare insieme. Lui non voleva assolutamente perderla.
Pioveva, e c’era già molto traffico. Riuscì faticosamente ad uscire dalla città e dagli ingorghi, ma intanto si stava facendo tardi. Appena l’autostrada sembrò più libera, fu tentato di spingere fino in fondo l’acceleratore, ma tentennò: chi va piano va sano e va lontano, gli diceva sempre lei. Si tenne entro i limiti di velocità. Finalmente arrivò in aeroporto e cercò disperatamente un parcheggio. Lasciò l’auto, camminò il più velocemente possibile verso il gate. Troppo tardi: imbarco chiuso. Dannazione, pensò. Andò a riprendere la sua macchina e si mise nuovamente in strada. Anche senza aereo sarebbe arrivato da lei in tempo, cascasse il mondo. Si era fatta ora di pranzo e intanto pioveva sempre più forte, il parabrezza era appannato. Abbassò il finestrino e fu investito da una secchiata d’acqua gelida. Cercò di chiuderlo, ma niente, finestrino bloccato. A quel punto fu davvero tentato di accelerare al massimo per tirarsi fuori da quella situazione così sgradevole... ma no, chi va piano va sano e va lontano, niente colpi di testa. Da lei ci voleva arrivare tutto intero. Tra schizzi d’acqua e folate di vento gelido riuscì a raggiungere la stazione ferroviaria. Corse a fare il biglietto, arrivò al binario... ma niente, il treno era appena partito. Dannazione, sbuffò. Ma non si dava ancora per vinto. Sarebbe andato fino da lei in macchina, cascasse il mondo. Comprò un rotolo di scotch e attaccò una busta di plastica al finestrino per proteggersi dall’acqua. Imboccò l’autostrada, ormai cominciava anche a fare buio. Dopo alcune ore era ancora distante dalla meta. Chi va piano va sano, pensò. Si sentiva ottimista: magari non si va lontano in poco tempo, ma sano. Dietro di lui un tir rosso e prepotente da un po’ strombazzava e lampeggiava con i fari. Voleva sorpassarlo a tutti i costi. Ma lui sorrise e urlò al conducente del camion: “Chi va piano va sano e va...”.
“E vaffanculo!” gli gridò quell’altro. Fu un attimo. Una frenata, un botto. La macchina rotolò verso il guard rail. Lei smise di aspettarlo.

Mancano 9 giorni, 20 ore e 16 minuti all'appuntamento con la dentista.

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