lunedì 1 settembre 2008

IL GIORNO STESSO

Sveglia alle sei e dieci. Un incubo, anche la mia gatta non si capacita dell'orario.

Partenza alle sette e venti. Sì, lo so, sono lenta a prepararmi la mattina, potrei dormire di più.
L'obiettivo è arrivare alle otto e trenta in ufficio. Non è lontano, una decina di chilometri. Ma siamo a Roma, non aggiungo altro, e io detesto arrivare in ritardo.

Stamattina trovo una coda da esagerazione hollywoodiana. Una fila interminabile di macchine. Ferme. Automobili immobili, e io in mezzo. Quando scopro la causa dell'ingorgo infernale (incidente sull'Appia Pignatelli), si è fatta già una certa ora e arrivo in ufficio solo alle nove. Era tanto che non dicevo tante parolacce.

In ufficio: messaggi di posta elettronica come se piovesse, difficilmente smaltibili in pochi giorni. E problemi, urgenze, intoppi, cose da fare, cose da dire, cose da non dire...

Questo è solo il primo giorno.
Il prossimo ponte è previsto il 31 ottobre, quello di Ognissanti, viene di venerdì.

3 commenti:

annamaria ha detto...

carissima non vedo l'ora di leggere il giorno dopo il giorno stesso
il mio pc in ufficio ci ha messo 25 minuti a scaricare la posta sono due giorni che cerco di dare un senso a quella pila di mail sulla scrivania mentre intorno a me piovono calcinacci dall'interno e fumi di asfalto bollente dalla finestra.
Al centro storico l'afa è soffocante devi stare perennemente con aria condizionata accesa perchè non passa un filo di aria, e con le luci accese non so se mi sono spiegata:
certo il vantaggio è che potrei scambiarmi con i dirimpettai anche un caffettuccio, se ne avessi il tempo
ma ragazzi miei.. la santa pausa caffè che mitica invenzione!
anche se proprio dal 1° settembre il caffè è arrivato a 90 centesimi, io praticamente bevo 15 euro di caffè a settimana fuori casa, cavolo adesso due conti te li devi fare

annamaria ha detto...

Nel mio posto di lavoro stanno facendo dei lavori piuttosto importanti.
Durante giugno e luglio ha lavorato una ditta italiana con tre operai , uno stava sempre al cellulare, il secondo sempre imboscato a chiacchierare con qualcuno,il terzo lavorava ma con calma.Infatti ad agosto si sono accorti che non ci stavano con i tempi di consegna lavori.
A settembre trovo anche una ditta straniera, con quattro cinque operai e rimango basita perchè ogni volta che esco dall'ufficio li becco a lavorare alacremente, non si fermano mai, non fanno una chiacchiera, non una telefonata, insomma lavorano tranne che per la pausa pranzo.
Gli operai della ditta straniera lavorano a cottimo.
Se gli operai stranieri fossero stipendiati il loro ritmo resterebbe lo stesso? e gli operai italiani dovendo lavorare a cottimo passerebbero il loro orario di lavoro al cellulare??

Dioscorea ha detto...

Nel mio posto di lavoro hanno dei musi lunghi che non ti dico, tira aria di depressione, di trasferimenti e di cambiamenti, mentre io tento di trovare delle priorità per smaltire l'accumulo in maniera ordinata... incredibile come con un mese di ferie uno a malapena riesca a rilassarsi, e con un solo giorno di lavoro ripiombi nello stress totale