C'è un tizio completamente tatuato a chiazze di leopardo, con i denti trattati in modo da simulare quelli di un predatore felino. Costui, dopo 20 anni vissuti nella jungla, ha deciso di tornare in una vera casa.
Tralasciamo ogni commento ironico, perché siamo persone di vedute aperte e senza pregiudizi, e proviamo a immaginare lo scompiglio che il tipo potrà portare in famiglia. Cerco di immedesimarmi nella vicenda.
Innanzitutto dovrei approntare una grande cassetta con la lettiera per i bisogni: dove metterla? In bagno c'è già quella della gatta, e la veranda è molto stretta.
E poi: dove ha intenzione di farsi le unghie? Le sedie di bambù sono già tutte massacrate dalla micia, e gli appositi grattini di cartone durano due giorni con lei, figuriamoci col mega simil-felino.
Come vestirlo? Con che si abbina il leopardato? Questo non è un problema da poco.
E speriamo almeno che non faccia storie quando bisogna portarlo dal veterinario...
mercoledì 29 ottobre 2008
martedì 28 ottobre 2008
LA PAURA ANCESTRALE DEI TUONI
Da che verrà? Da ricordi residui di spaventosi film dell'orrore? Da un substrato di letteratura popolare? Era una notte buia e tempestosa... Da un trauma infantile apparentemente rimosso? Dall'esperienza di terribili nubifragi subiti in una vita precedente?
Fatto sta che i tuoni mi terrorizzano... e stasera sono qui a farmi coraggio vicino alla gatta Wilma... ma capirai, lei ha più paura di me, se adesso va a ficcarsi sotto il letto come faccio?
Fatto sta che i tuoni mi terrorizzano... e stasera sono qui a farmi coraggio vicino alla gatta Wilma... ma capirai, lei ha più paura di me, se adesso va a ficcarsi sotto il letto come faccio?
giovedì 23 ottobre 2008
UMILIAZIONE CLINICA
La dottoressa mi accoglie nel suo studio, mi saluta gentilmente, mi fa sedere. Io tiro fuori dalla borsa la busta e gliela porgo. Incrocio le dita. Lei inizia a leggere. Scorre lungo tutta la lista degli esami. Tremo. Mi sembra di essere tornata a scuola. Poi si ferma. Poi mi guarda. Poi guarda di nuovo il foglio. «Ah, no no no, qui non va, colesterolo a 254. Il prossimo mese ripetere l’esame. E nel frattempo, dieta». Dieta? Sono alta 1 metro e 64 e peso 45 chili... sono vegetariana...
Ah, ma sì, cavolo, il colpevole può essere solo uno. Non mi resta che rinunciare al formaggio. Fromage, mon amour... l’unico vizio alimentare che ho.
Addio, pecorino saporito, ciao, caciotta dolce e delicata.
Bocciata all’esame clinico, che umiliazione. Per giunta anche il valore dell’omocisteina è un po’ sballato.
Ah, ma sì, cavolo, il colpevole può essere solo uno. Non mi resta che rinunciare al formaggio. Fromage, mon amour... l’unico vizio alimentare che ho.
Addio, pecorino saporito, ciao, caciotta dolce e delicata.
Bocciata all’esame clinico, che umiliazione. Per giunta anche il valore dell’omocisteina è un po’ sballato.
mercoledì 22 ottobre 2008
ANCORA BAMBINI, MA STAVOLTA...
Stamattina, lettura animata in una scuola di Centocelle (periferia romana) con tre classi di bambini.
L'argomento è uno spettacolo teatrale natalizio.
La sfida: leggere il copione come se fosse un libro, cercando di evocare tutti i personaggi e coinvolgendo anche i pargoli.
Mi faranno nera, ho pensato.
Sarà un macello, una catastrofe, ho immaginato.
Chi cavolo me l'ha fatto fare ad accettare, ho rimuginato.
Sono andata al patibolo con un collega di lavoro. Gli faccio fare Babbo Natale, ho escogitato. È gentile, ci casca. Almeno uno dei personaggi se lo sciroppa lui. Gli mollo cappuccio, barba e casacca, e vai.
Entriamo, ci sistemiamo. Spargo su un tavolo cappelli da folletto, corna di renna, sacchetti e letterine finte.
Arriva l'orda selvaggia dei bambini, fiancheggiata dalle maestre. Le quali ci guardano come se fossimo due coglioni. Però una ci fa subito un complimento: «Ah, meno male, non siete i soliti babbioni».
Wow, è già qualcosa.
Poi, il miracolo. La performance funziona perfettamente, i bambini partecipano con entusiasmo, il collega-Babbo Natale è gasatissimo e improvvisa gag, tanto che quasi gli devo sparare per farlo stare zitto.
Alla fine, grande successo, applausi, bambini felici, maestre stupite...
Noi i più stupiti di tutti.
Per la versione del collega, vedi: http://om71.blogspot.com/2008/10/metti-unaltra-mattina-centocelle.html
L'argomento è uno spettacolo teatrale natalizio.
La sfida: leggere il copione come se fosse un libro, cercando di evocare tutti i personaggi e coinvolgendo anche i pargoli.
Mi faranno nera, ho pensato.
Sarà un macello, una catastrofe, ho immaginato.
Chi cavolo me l'ha fatto fare ad accettare, ho rimuginato.
Sono andata al patibolo con un collega di lavoro. Gli faccio fare Babbo Natale, ho escogitato. È gentile, ci casca. Almeno uno dei personaggi se lo sciroppa lui. Gli mollo cappuccio, barba e casacca, e vai.
Entriamo, ci sistemiamo. Spargo su un tavolo cappelli da folletto, corna di renna, sacchetti e letterine finte.
Arriva l'orda selvaggia dei bambini, fiancheggiata dalle maestre. Le quali ci guardano come se fossimo due coglioni. Però una ci fa subito un complimento: «Ah, meno male, non siete i soliti babbioni».
Wow, è già qualcosa.
Poi, il miracolo. La performance funziona perfettamente, i bambini partecipano con entusiasmo, il collega-Babbo Natale è gasatissimo e improvvisa gag, tanto che quasi gli devo sparare per farlo stare zitto.
Alla fine, grande successo, applausi, bambini felici, maestre stupite...
Noi i più stupiti di tutti.
Per la versione del collega, vedi: http://om71.blogspot.com/2008/10/metti-unaltra-mattina-centocelle.html
martedì 21 ottobre 2008
PERCHÉ SÌ
L'istituzione del "perché sì" con i miei nipotini è stata la mia ultima performance educativa. All'interminabile catena dei "perché?", con i quali potevo rischiare il ricovero alla neuro, ho cominciato a rispondere (guardando il nanosoggetto negli occhi in segno di sfida): perché sì. E perché? Perché sì e basta, non ce ne sono altri, finito, stop.
Adesso lo dicono anche loro.
Adesso lo dicono anche loro.
lunedì 20 ottobre 2008
DUE GIORNI E TRE NOTTI
È stato un week-end di paura. Stress a livelli altissimi.
Fare la zia-sitter non è facile, specie se non l'hai mai fatto prima, specie se i nipotini sono due insieme, specie se uno ha quattro anni e l'altra neanche tre, specie se sono capricciosi e dispettosi, specie se si ammazzano di botte a vicenda.
Ho subito l'onta dell'incapacità di agganciare la cintura del seggiolino, l'umiliazione di rincorrere una pulce tenendo il cucchiaio in mano e implorandola di mangiare, sopportato corpi in movimento trasversale sul lettone in cerca di un appoggio adulto a cui dare fastidio per tutta la notte, tremato durante una passeggiata al parco quando i pargoli ti schizzano via come palline di mercurio.
Morale della favola: sono tre notti che non dormo, e durante il giorno ho dovuto bere incessantemente caffè per non chiudere mai gli occhi e non perdere la lucidità e l'attenzione.
E poi, lunedì mattina: finita! Evviva! Non sono mai stata così contenta di ritornare al lavoro.
Fare la zia-sitter non è facile, specie se non l'hai mai fatto prima, specie se i nipotini sono due insieme, specie se uno ha quattro anni e l'altra neanche tre, specie se sono capricciosi e dispettosi, specie se si ammazzano di botte a vicenda.
Ho subito l'onta dell'incapacità di agganciare la cintura del seggiolino, l'umiliazione di rincorrere una pulce tenendo il cucchiaio in mano e implorandola di mangiare, sopportato corpi in movimento trasversale sul lettone in cerca di un appoggio adulto a cui dare fastidio per tutta la notte, tremato durante una passeggiata al parco quando i pargoli ti schizzano via come palline di mercurio.
Morale della favola: sono tre notti che non dormo, e durante il giorno ho dovuto bere incessantemente caffè per non chiudere mai gli occhi e non perdere la lucidità e l'attenzione.
E poi, lunedì mattina: finita! Evviva! Non sono mai stata così contenta di ritornare al lavoro.
giovedì 16 ottobre 2008
mercoledì 15 ottobre 2008
MENO DUE
Solo due giorni mi separano dalla missione di zia-sitter per un lungo week-end di paura. Venerdì sera mi trasferirò lì, tutto si compirà. E io non sarò più la stessa. Comincio a farmi la valigia. Con permesso...
lunedì 13 ottobre 2008
IL TUNNEL DEI SOCIAL NETWORK
All'inizio sembra un gioco. T'incuriosisci, ce l'hanno tutti, ti fai il sito anche tu, è abbastanza facile... Cominci a metterci le foto, i commenti... Poi parte la febbre dell'aggiunta di amici: prima ne hai due predefiniti, poi tre, cinque, nove e piano piano, lavorando lavorando, raggiungi anche una bella cifretta (certo, se sulla foto sei una strafica, di amici te ne ritrovi mille già dopo il primo giorno che sei on line. Non è il nostro caso). Poi comincia il balletto dei messaggi, delle risposte... Myspace e Facebook... micidiali. Prima avevi solo qualche amico e una discreta vita sociale, adesso ne hai centinaia e passi la serata al computer.
sabato 11 ottobre 2008
UN WEEK-END DA ZIA
È accaduto. Prima o poi doveva succedere.
Il prossimo fine settimana dovrò occuparmi dei miei nipotini (uno 4 e l'altra quasi 3 anni) perché i genitori partiranno... È già paura.
Mio fratello stamattina mi ha portato con loro all'asilo. So che non ricorderò nemmeno la strada. Il primo intoppo: non riuscivo nemmeno a sganciarli dal seggiolino.
Non so come si cambia un pannolino, non so cosa mangiano, come devono essere vestiti. Sono capace solo a cazzeggiare, chissà se sarà un buon intrattenimento per loro... Ma sì, dai, ho passato tanti momenti difficili nella vita, supererò anche questa.
Uno dei miei pensieri ricorrenti: e quando devo andare io in bagno? Lasciarli soli mi dicono che non è possibile... eh, ma io non riesco a fare niente se qualcuno mi guarda. Sarà dura.
Oggi ero lì dal parrucchiere che raccontavo questa cosa tra l'ilarità generale, e una mi fa: «Speriamo che non si ammalino. E se gli viene la febbre?». Ecco, grazie, a questo non c'avevo nemmeno pensato, sai quanto dormirò tranquilla nei prossimi giorni...
Il prossimo fine settimana dovrò occuparmi dei miei nipotini (uno 4 e l'altra quasi 3 anni) perché i genitori partiranno... È già paura.
Mio fratello stamattina mi ha portato con loro all'asilo. So che non ricorderò nemmeno la strada. Il primo intoppo: non riuscivo nemmeno a sganciarli dal seggiolino.
Non so come si cambia un pannolino, non so cosa mangiano, come devono essere vestiti. Sono capace solo a cazzeggiare, chissà se sarà un buon intrattenimento per loro... Ma sì, dai, ho passato tanti momenti difficili nella vita, supererò anche questa.
Uno dei miei pensieri ricorrenti: e quando devo andare io in bagno? Lasciarli soli mi dicono che non è possibile... eh, ma io non riesco a fare niente se qualcuno mi guarda. Sarà dura.
Oggi ero lì dal parrucchiere che raccontavo questa cosa tra l'ilarità generale, e una mi fa: «Speriamo che non si ammalino. E se gli viene la febbre?». Ecco, grazie, a questo non c'avevo nemmeno pensato, sai quanto dormirò tranquilla nei prossimi giorni...
martedì 7 ottobre 2008
MINIMA IMMORALIA
Wall Strett crolla. Panico nelle borse di tutto il mondo. L'Europa trema. Le banche sull'orlo del precipizio. I nostri pochi soldi guadagnati faticosamente che vanno in fumo. E in tutto questo, il mio pensiero di stasera: "Che mi metto domani?". Minima immoralia.
domenica 5 ottobre 2008
NUOCE GRAVEMENTE ALLA FIGURA
Tremate, tremate... sono tornati di moda i pantaloni a sigaretta, belli attillati dalla vita in giù, stretti quasi come i fuseau. Quelli che se non hai lo stacco di gamba di Julia Roberts, ti fanno sembrare un barattolo con le zampette. Per non parlare poi di chi ha problemi di linea... Dovrebbero scriverci sulla targhetta: "nuoce gravemente alla figura". Forse si chiamano "a sigaretta” per questo? Il dramma è che non si trovano già più altri modelli. Quest'anno mi sa che è il trionfo del revival anni Ottanta, da un momento all'altro temo di vedermi comparire anche le giacche con le spallone imbottite. E in coda devo fare una confessione: siccome a me di essere trendy non me ne frega proprio niente, di questi orribili pantaloni a sigaretta ieri me ne sono già comprata un paio, colore rosso vino. Che scarpe ci staranno bene sotto? Gli stivaletti a tronchetto?
IL PAPA: ALTOLÀ SULLA CONTRACCEZIONE
Sì, Benedetto ha proprio ragione. Di più: propongo l'annullamento di tutti i matrimoni religiosi per le coppie che adottano metodi contraccettivi, è sacrosanto. Ci vuole coerenza, diamine! Tenendo conto dell'allontanamento anche delle coppie di fatto, degli omosessuali, dei separati e dei divorziati, può darsi che entro pochi mesi in chiesa si vedano girare solo preti e suore. Se poi verranno giustamente scomunicati i pedofili, gli adulteri, e messa al bando anche la masturbazione... non più cattedrali nel deserto, ma deserto nelle cattedrali.
Beh, io l'idea l'ho lanciata... dai, lasciamolo fare... Benedetto, vai bene così... hai visto mai...
Beh, io l'idea l'ho lanciata... dai, lasciamolo fare... Benedetto, vai bene così... hai visto mai...
venerdì 3 ottobre 2008
ALLARME MACCHIE
Mai così povero di macchie da più di 50 anni. Non stiamo parlando di un anziano sottoposto a trattamento di bellezza, ma del Sole. Pare sia un grosso problema, potrebbe preludere a una piccola era glaciale.
E pensare che io mi sto ancora dannando per cancellare le mie macchie solari, quelle sul viso, che mi sono procurata quest'estate con esposizioni al sole non protette adeguatamente.
Chi troppo e chi niente, ed è ancora conflitto interiore tra scienza ed estetica, tra interesse pubblico e interesse privato. Almeno io non provoco disastri planetari con le mie, di macchie, se escludiamo l'esaurimento nervoso riversato sul partner.
E pensare che io mi sto ancora dannando per cancellare le mie macchie solari, quelle sul viso, che mi sono procurata quest'estate con esposizioni al sole non protette adeguatamente.
Chi troppo e chi niente, ed è ancora conflitto interiore tra scienza ed estetica, tra interesse pubblico e interesse privato. Almeno io non provoco disastri planetari con le mie, di macchie, se escludiamo l'esaurimento nervoso riversato sul partner.
giovedì 2 ottobre 2008
PUBBLICO E PRIVATO
La scuola pubblica va in rovina, gravemente, inesorabilmente.
La sanità è allo sbando. Chiudono gli ospedali o li privatizzano.
L'economia è sull'orlo del precipizio. E anche noi.
Nelle nostre città aggrediscono gli immigrati: razzismo, vandalismo, noia? Idiozia? Tutto?
La gente continua a morire sul lavoro, quando ce l'ha.
E in tutto questo, il mio oroscopo di oggi non è nemmeno niente male. Mi sento quasi in colpa.
La sanità è allo sbando. Chiudono gli ospedali o li privatizzano.
L'economia è sull'orlo del precipizio. E anche noi.
Nelle nostre città aggrediscono gli immigrati: razzismo, vandalismo, noia? Idiozia? Tutto?
La gente continua a morire sul lavoro, quando ce l'ha.
E in tutto questo, il mio oroscopo di oggi non è nemmeno niente male. Mi sento quasi in colpa.
mercoledì 1 ottobre 2008
LA DOMENICA ANDANDO ALLA MESSA (AL CENTRO COMMERCIALE)
Non ci vogliono stare. Proprio non vogliono capirlo che la gente è lontana dal loro linguaggio, dalla retorica dei loro riti. Che l'abitudine di andare a messa è rimasta viva solo nei pochi credenti più conformi alla dottrina. Tutti gli altri, i più, la domenica vanno a fare la gita fuori porta o la spesa al centro commerciale.
Ed ecco la trovata: la messa al centro commerciale. Tu vai al supermercato, e ti ritrovi col carrello pieno di rotoloni e passata di pomodoro a fare la fila per la comunione.
L'hanno fatto davvero, è successo in un grande centro commerciale di Roma est.
Povero Gesù, tanti anni fa ha provato a scacciare i mercanti dal tempio, e adesso i suoi sedicenti rappresentanti portano il tempio direttamente dentro il mercato.
Paradossi della storia e della religione: mi dà due etti di parola di Dio?
Ed ecco la trovata: la messa al centro commerciale. Tu vai al supermercato, e ti ritrovi col carrello pieno di rotoloni e passata di pomodoro a fare la fila per la comunione.
L'hanno fatto davvero, è successo in un grande centro commerciale di Roma est.
Povero Gesù, tanti anni fa ha provato a scacciare i mercanti dal tempio, e adesso i suoi sedicenti rappresentanti portano il tempio direttamente dentro il mercato.
Paradossi della storia e della religione: mi dà due etti di parola di Dio?
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