domenica 8 giugno 2008

CERTIFICATO MEDICO, INPS E OTTOCENTO


Quando mi succede di ammalarmi e devo ricorrere al medico per il certificato da consegnare al lavoro e contestualmente all’ufficio INPS, mi viene il nervoso.
Partiamo dal primo step. Se sto male in modo debilitante, con febbre, con dolori che non mi permettono di uscire di casa e fare la fila dal dottore, con una gamba rotta, o che ne so, chi ne ha più ne metta, sono costretta a mandare qualcun altro dal mio medico a ritirare le prescrizioni per i farmaci, il foglio per un eventuale ricovero e il certificato di malattia, perché i medici di famiglia non vengono a visitarti a casa a meno che tu non sia in punto di morte (e non è neanche detto).
Secondo step. Bisogna spedire entro due giorni un certificato di malattia al lavoro e uno all’INPS, con raccomandata. Ma se io sto male in modo debilitante, con febbre, con dolori che non mi permettono di uscire di casa, con una gamba rotta o che ne so, devo avere un’altra persona che - dopo essere passata dal mio medico a ritirare il certificato - mi va anche alla posta a fare la fila e spedisce con pazienza, per me, le due raccomandate.
Allora, ministro Brunetta, fa piacere lo zelo con cui intende mettere in riga i dipendenti statali (io lavoro nel privato, quindi non c’è conflitto d’interessi)... nel frattempo non è che qualcuno si accorge che questa pratica sembra concepita nell’Ottocento, per una famiglia numerosa, con qualcuno che non lavora sempre a disposizione in casa? Esistono i single, esistono coppie i cui componenti lavorano entrambi e non possono passare la mattinata alla posta... Da tempo dicono che saranno i medici di famiglia a spedire direttamente i certificati, tramite computer. Ma va’? Pensa, hanno capito che esistono questi meravigliosi mezzi tecnologici... Peccato che ancora i risultati non si vedono, e io devo chiedere sempre a qualcuno il favore di passare dal mio medico e poi andare a spedire le mie raccomandate (rispettivamente un pomeriggio e una mattinata persi facendo la fila). Dai, non è possibile che si debba ancora ricorrere a un aiuto esterno per una pratica obbligatoria! Ah, ma forse qui non c’entra Brunetta, bisogna rivolgersi a Calderoli, il ministro della semplificazione. Oddio, allora toccherà fare un disegnino...

4 commenti:

enethinro1985 ha detto...

Puoi spedire un fax, se nessuno puo' andarti alla posta.
Brunetta invece di rompere i coglioni e fare lo squadrista su chi manca 10-15 giorni l'anno per malattia, scovasse tutti gli statali (2 su 3) che hanno un doppio lavoro!!!!

Dioscorea ha detto...

Sì, anche a me consentono di spedire un fax al lavoro prima di portarglielo a mano... ma anche all'INPS puoi spedire il fax? Mi hanno detto di no, ma può darsi che io abbia informazioni non corrette. Però, anche solo per una raccomandata, la fila alla posta è la stessa. E comunque, se non hai un fax in casa, devi uscire lo stesso per farlo. E se non puoi uscire perché sei malato, devi sempre mandare qualcuno a prendere il pezzo di carta dal medico e poi a farti il fax. A volte il medico di famiglia è vicino casa, ma a volte no. A volte ha degli orari che ti permettono di andarci fino a una certa ora la sera, ma a volte no, e ti attacchi. Io ormai non ci vado più, lascio correre tutti i malanni: quando torno a casa dal lavoro è troppo tardi, e lo studio è chiuso. Sto spendendo cifre incontrollabili per gli specialisti privati, almeno in alcuni casi mi posso scegliere l'orario.
Sulla lotta a quelli che fanno il doppio lavoro sono pienamente d'accordo. Tanto alla fine se la prendono sempre con chi è meno furbo.
E - morale della favola - urlano di voler fare la lotta contro i fannulloni, ma nel frattempo continuano a rendere impossibile la vita a chi va a lavorare regolarmente.

enethinro1985 ha detto...

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/suore-san-pietro/1.html


dio esiste!

Dioscorea ha detto...

Eh eh... mettiamoci a scovare notizie di questo genere (attenzione, vedo che nei commenti rimangono tagliati i link, ho dovuto fare un po' di ricerche per arrivare alla pagina)